GLI IMPEGNI DELL’UNIONE EUROPEA E DELL’ITALIA PER RAGGIUNGERE LA NEUTRALITÀ CLIMATICA
L’attuale crisi climatica- frutto dell’aumento delle concentrazioni di CO2 e altri gas serra prodotti dalle attività umane- deve essere affrontata per le gravi conseguenze che comporta: cambiamenti climatici, scioglimento dei ghiacciai, innalzamento del livello del mare, siccità, aumento dei fenomeni naturali estremi (alluvioni, tempeste, uragani, incendi, etc).
Le devastanti conseguenze ambientali e sociali causate dal riscaldamento globale derivante dall’azione antropica segnalano l’urgenza di agire in maniera sinergica tra tutte le parti sociali.
Per realizzare la transizione verso modelli di produzione e consumo a zero emissioni, l’Unione Europea, attraverso l’European Green Deal e l’European Climate Law, ha introdotto a livello comunitario gli obiettivi legalmente vincolanti della neutralità climatica entro il 2050 e della riduzione del 55% delle emissioni nette al 2030 rispetto al 1990. Il nuovo Regolamento, oltre a istituire un organismo indipendente abilitato a monitorare i progressi e valutare un carbon budget dell’UE da oggi al 2050, obbliga gli Stati membri a rivedere i propri Piani nazionali per l’energia e il clima, in modo da allinearli con il nuovo target europeo complessivo del 55%.
L’Italia, pur non avendo una specifica Legge sul Clima, ha scelto di integrare la tutela dell’ambiente in Costituzione (cfr. Art.9 e 41), formalizzando il suo impegno a contribuire a questo obiettivo vitale.
CO2alizione Italia vuole proprio stimolare l’impegno da parte delle imprese, innanzitutto a livello italiano, ma non solo, per far sì che il mondo del business possa contribuire attivamente al raggiungimento di questi obiettivi ed evolvere i propri modelli di business e operativi in favore del clima.